RECENSIONE a cura di Corradino Cassatt (05/03/2023)
Il primo Crysis, lo sparatutto del 2007 che fa uso di quel Cryengine utilizzato per la realizzazione di Far Cry, è stato un notevole successo.
Pertanto un secondo capitolo era ampiamente prevedibile, e si è concretizzato con l’uscita nel 2011 di Crysis 2. Rispetto al primo capitolo abbiamo un radicale cambio dell’ambientazione: dalla intricata foresta dell’estremo oriente si è passati all’ambiente urbano della città di New York.
Gli alieni hanno sferrato un feroce attacco; il giocatore veste i panni di un soldato del corpo dei marine, nome di battaglia Alcatraz, inviato a combattere la minaccia extraterrestre.
Il sommergibile in cui viaggia il suo plotone subisce un assalto, di cui rimane l’unico sopravvissuto. Rimasto in fin di vita, viene trovato da Prophet, personaggio presente nel primo Crysis, che gli dà la tuta ipertecnologica che indossa, salvandogli la vita, per poi suicidarsi per ragioni che verranno chiarite successivamente. Diventato un’arma formidabile grazie alla tuta, ad Alcatraz non resta altro che proseguire la missione da solo.
Il protagonista non proferisce parola per tutto il gioco. Se questo da una parte favorisce l’immedesimazione del giocatore, dall’altra fa sentire quest’ultimo come una pedina sballottata da una parte all’altra dagli eventi della trama, non tutti di facile comprensione.
L’elemento che caratterizza in modo significativo Crysis 2 è l’utilizzo della versatile nanotuta, che è in grado di conferire capacità ben oltre i livelli umani in chi la indossa e che merita una trattazione approfondita. Occorre precisare che sotto questo aspetto non sono stati apportati grossi cambiamenti rispetto al primo Crysis. Ciò potrebbe suscitare diffidenza in chi cerca l’originalità a tutti i costi, ma dal momento che tali meccaniche di gioco funzionano egregiamente, non me la sento di considerarlo un difetto.
Tornando alle abilità di Alcatraz, queste sono la rapida rigenerazione dei danni subiti (che avviene in automatico, senza la necessità di attivarla da parte del giocatore), la forza sovrumana, uno scudo protettivo, una temporanea invisibilità e un visore a infrarossi. Tali capacità possono essere attivate anche contemporaneamente, però ciascuna di esse consuma energia, il cui livello è visualizzato nell’angolo in basso a destra dell’interfaccia di gioco, pertanto il loro utilizzo deve essere attentamente pianificato.
Si possono portare solo cinque armi, una per ciascuna delle seguenti tipologie: pistola, fucile, lanciarazzi, granate e esplosivo al plastico. Di ogni arma è possibile sfruttare le caratteristiche, come l’utilizzo del silenziatore o di un particolare mirino per i fucili, ma sotto questo aspetto non tutte le armi dello stesso modello hanno le stesse funzionalità.
Per fare un esempio, non tutti i fucili mitragliatori Scarab sono muniti del silenziatore o del mirino di precisione; ci si arrangia con le armi che si trovano lungo il tragitto, senza alcuna possibilità di apportarvi migliorie o aggiungervi componenti. Ogni tanto è possibile utilizzare anche le torrette mitragliatrici lasciate incustodite dal nemico. Queste possono essere anche staccate dal loro supporto fisso e utilizzate come un normale fucile in dotazione, fatta eccezione per il fatto che quando vengono impugnate non è possibile effettuare attacchi corpo a corpo e non sono presenti munizioni per ricaricarle. Però la loro potenza è devastante e io me ne sono servito ogni volta che ne ho avuto occasione.
Un altro strumento in dotazione con la nanotuta è una sorta di visore tattico. Ogni volta che viene attivato vengono visualizzate tramite la realtà aumentata delle informazioni aggiuntive su determinati punti dell’ambiente in cui si trova il giocatore. Queste vanno dalla presenza di munizioni e armi ai punti dove è possibile o consigliabile evitare lo scontro diretto. Una voce fuoricampo avvisa quando queste informazioni sono disponibili.
Il gioco è composto da 19 livelli, ognuno di essi è un percorso lineare senza deviazioni.
Però le diverse abilità della nanotuta che ho descritto conferiscono una discreta libertà di scelta sul modo di superarli. Oltre all’assalto diretto, è possibile servirsi dell’invisibilità per aggirare i nemici o per eliminarli senza farsi vedere. Se si arriva alle spalle di un soldato che non si trova sulla difensiva, un indicatore a video avvisa che si può effettuare un’uccisione istantanea e silenziosa premendo il pulsante per l’attacco corpo a corpo.
Io ho utilizzato questa strategia in diverse occasioni, tuttavia difficilmente si riesce a superare un intero livello in questo modo e quando un nemico si accorge della presenza di Alcatraz dà l’allarme e tutti i suoi compagni accorrono per eliminarlo. A quel punto ci si può nascondere fino quando, dopo qualche minuto, non termina lo stato di allerta, ma quasi sempre la rapidità e l’efficacia con la quale si può avere la meglio sui soldati è più vantaggiosa e gratificante rispetto allo stare fermi in attesa.
A partire da un determinato livello si comincia ad affrontare direttamente gli alieni, delle creature simili a molluschi che si spostano indossando delle imponenti armature meccaniche antropomorfe. Una volta uccisi, questi rilasciano delle particelle nell’aria che vengono raccolte dal giocatore quando ci passa attraverso. Queste funzionano come una specie di valuta per l’acquisto di potenziamenti per la nanotuta. Sono dodici in tutto, suddivisi in quattro categorie, e forniscono migliorie che influiscono sulle capacità di rilevamento dei nemici, sullo spostamento furtivo, sulla resistenza della barriera e altro ancora. Può essere attivato solo un potenziamento per categoria e conviene selezionarlo basandosi sulla situazione in cui ci si trova ad agire.
Gli sviluppatori hanno implementato anche la possibilità di guidare dei veicoli, cosa che ho trovato divertente ma che risulta poco determinante nelle strategie di gioco.
La grafica e il sonoro sono di buon livello, fornendo una buona resa degli ambienti e delle situazioni di gioco, alcune delle quali sono altamente spettacolari, come quando si assiste al crollo di un grattacielo nel bel mezzo dell’azione. Pur non essendo particolarmente difficile al livello di difficoltà intermedio, portare a termine il gioco richiede una certa quantità di tempo, senza però annoiarsi.
In conclusione, chi ha apprezzato Crysis apprezzerà sicuramente il suo seguito. Non presenta grosse innovazioni rispetto al capostipite, ma risulta comunque assai godibile.
SCREENSHOT a cura di BrokenArrow (04/04/2011)
Altri screenshot di Crysis 2
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