RECENSIONE a cura di Corradino Cassatt (17/04/2023)
Crysis 3 viene pubblicato nel 2013, appena due anni dopo l’uscita del capitolo precedente. Si tratta di un tempo relativamente breve per questo tipo di produzioni e va da sé che dal punto di vista tecnico e, parzialmente, dei contenuti non ci sono troppe differenze tra i due giochi.
Stavolta il protagonista è il soldato con la nanotuta potenziata dal nome di battaglia Prophet, personaggio secondario apparso nei capitoli precedenti della serie.
Il suo corpo è stato oggetto di orribili esperimenti e tenuto in animazione sospesa per diversi anni. Una volta liberato da un suo compagno d’armi, dovrà affrontare sia gli alieni invasori, rimasti nella città di New York, sia la multinazionale che, sfruttando la loro tecnologia e i soldati muniti della tuta potenziata sulla quale essa è basata, è riuscita a dominare l’economia mondiale. In questa occasione il protagonista non rimane in silenzio per l’intera durata della partita ma lo sentiamo interagire con i suoi interlocutori attraverso la sua voce fuoricampo, rendendolo un personaggio più autentico agli occhi del giocatore, che avrà meno difficoltà a seguire i vari snodi della trama.
Come ho accennato, le meccaniche di gioco sono rimaste perlopiù invariate, con delle migliorie anche significative apportate qua e là. Il giocatore può sempre disporre della capacità di diventare invisibile, di attivare una corazza di energia, di attivare la visione a infrarossi e di guarire rapidamente dai danni subiti (quest’ultima agisce in automatico, senza l’input del giocatore). Tali abilità sono temporanee perché consumano energia e va attentamente pianificato il loro utilizzo.
Una piccola modifica l’ha subita il visore tattico, che permette di identificare oggetti utili e bersagli grazie alla realtà aumentata: stavolta è possibile percepire la presenza dei nemici nelle vicinanze anche se non si trovano nel nostro campo visivo, come ad esempio quando si trovano dall’altra parte di un muro o di qualche altro ostacolo che si frappone tra essi e l’osservatore. In questo caso in corrispondenza della loro posizione compare un triangolo bianco vuoto verticale; se ci si sofferma col mirino per qualche istante, i bordi della figura diventano rossi e compare a fianco una finestra con la rappresentazione 3D della minaccia. Da questo momento in poi il giocatore percepirà la sua posizione anche quando il visore tattico non è attivo, e ciò rappresenta un grosso vantaggio perché il suo funzionamento inibisce l’uso delle armi.
In Crysis 3 questa abilità risulta particolarmente utile perché anche due o tre nemici, indipendentemente dalla loro potenza, sono in grado di uccidere facilmente Prophet se lui non prende le adeguate contromisure. Il visore tattico permette anche di effettuare hackeraggio su meccanismi non troppo sofisticati. In questo modo si possono aprire alcuni contenitori sigillati, si può indurre le torrette mitragliatrici automatiche a colpire gli ignari nemici presenti nelle vicinanze ed è anche possibile disinnescare i campi minati.
Sono altresì migliorabili le caratteristiche della nanotuta. Mentre nel capitolo precedente si potevano acquistare i potenziamenti raccogliendo delle particelle rilasciate dai cadaveri degli avversari alieni, adesso ci sono degli appositi kit, facilmente individuabili grazie al visore tattico, che sono sparpagliati per l’intera area di gioco. Questi fungono da valuta per ottenere le varie migliorie, suddivise in quattro categorie, ed è possibile attivarne una sola per ogni categoria: queste vanno dal potenziamento degli scudi, della resistenza, della fatica, delle capacità stealth e altro ancora.
Come per Crysis 2, anche stavolta è possibile equipaggiare una sola arma per ciascuna tipologia presente nel gioco, ovvero fucile, lanciarazzi, granate e cariche esplosive radiocomandate. Per ognuna di esse è più o meno possibile, a seconda dei casi, modificare parametri come la frequenza di fuoco o il tipo di mirino da montare. È stata però aggiunta un’arma che in parte rivoluziona le meccaniche di offesa: l’arco. Questo presenta l’indubbio vantaggio di non fare rumore quando viene utilizzato, permettendo di effettuare delle uccisioni senza mettere in allarme i nemici. Si hanno a disposizione quattro tipi di frecce: normali, esplosive, elettrificate e con esplosione di prossimità (la detonazione avviene quando un nemico si avvicina troppo).
Ciò comporta che l’utilizzo di arco e frecce, unitamente alla capacità di rendersi invisibili ed eventualmente col potenziamento attivato che permette di ridurre il rumore durante gli spostamenti, rende il giocatore una macchina omicida inarrestabile. Infatti, adottando questa strategia è possibile decimare con relativa facilità i nemici presenti nell’area di gioco: sarà sufficiente, restando invisibili, aspettare che si avvicinino incuriositi al cadavere del primo avversario eliminato e ucciderli prima che diano l’allarme. Ma questa è solo una delle tattiche utilizzabili, nulla vieta al giocatore di adoperare un approccio più diretto con le armi da fuoco spianate e attivando i potenziamenti relativi alla resistenza della barriera e agli attacchi corpo a corpo. È questo il bello dei giochi della serie Crysis, offrono una libertà di azione raramente sperimentata in altri titoli.
L’unico difetto rilevante che mi sento di segnalare è la breve durata: i sette livelli di cui è composto il gioco sono intensi, entusiasmanti e dall’azione variegata (in alcune fasi è possibile anche pilotare dei veicoli), ma non ci vuole troppo tempo per portarli a termine. Ciò non toglie che Crysis 3 è divertente e spettacolare. Consiglio a chi ne ha la possibilità di giocarlo in sequenza con Crysis 2, come ho fatto io, per goderseli appieno.
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