RECENSIONE a cura di Corradino Cassatt (29/10/2017)
Breed è uno sparatutto in prima persona che dal punto di vista estetico e del design ricorda Halo. Anche qui si affrontano degli alieni, è ambientato nel futuro e si possono pilotare dei veicoli.
La trama, che vede un esercito composto da soldati geneticamente modificati impegnati a riconquistare la Terra occupata da una razza aliena denominata Breed, si conclude con un finale aperto a un seguito che non verrà mai realizzato.
Ci sono però alcune cose che lo differenziano da Halo. Innanzi tutto, nella maggior parte delle diciotto missioni disponibili in single player, il giocatore non comanderà un singolo soldato ma una squadra che può arrivare fino a quattro elementi, ognuno caratterizzato dal tipo di arma che imbraccia.
In qualsiasi momento si può prendere il controllo di ciascun membro del gruppo e si possono impartire ordini agli altri.
Questi non brillano per intelligenza artificiale e in alcuni casi non riescono a star dietro ai loro compagni, costringendovi a tornare indietro per andare a riprenderli.
Tuttavia, sebbene (se non vengono tenuti a freno con gli ordini appropriati) si gettino a capofitto nella mischia anche quando le circostanze lo sconsiglierebbero, spesso la loro buona mira e la potenza di fuoco compensano i loro difetti. Infatti non capita di rado (almeno durante le missioni iniziali) che la squadra riesca a sbaragliare in pochi secondi un intero plotone di nemici.
Gli scontri a fuoco offrono un moderato grado di divertimento, anche a causa della scarsa intelligenza artificiale degli avversari, la cui strategia non va oltre lo spostarsi ogni tanto di lato quando sono impegnati in una sparatoria.
Un’altra differenza rispetto al capolavoro di Bugie è che in Breed c’è una varietà maggiore di veicoli da pilotare, di terra e aria. A bordo dei carri armati e dei cacciabombardieri si può seminare morte e distruzione per il campo di battaglia, rendendo la sessione di gioco meno ripetitiva.
Graficamente Breed non eccelle, il numero di poligoni visualizzabili non è particolarmente elevato, anche se c’è da dire che il motore grafico è in grado di visualizzare delle aree particolarmente estese, nelle quali si possono abbattere gli alberi e alcuni edifici. Il comparto sonoro è nella media, con rumori convincenti e tracce audio (alternate a fasi silenziose) che esaltano i momenti di gioco più concitati.
La missione tipo (salvo alcune variazioni) prevede che il giocatore raggiunga i vari waypoint in sequenza, svolgendo il compito che gli viene assegnato e provocando la reazione dei nemici che si incontrano sul campo di battaglia. Purtroppo a volte capita che non sia ben chiaro quale azione svolgere e come effettuarla.
In particolare, per poter superare il decimo livello, che si svolge dall’inizio alla fine pilotando un velivolo, ho dovuto studiare un filmato su Youtube poiché il gioco non considera la missione terminata se non si attraversano i waypoint in un determinato modo. In definitiva, Breed non verrà certo ricordato come un caposaldo del genere al quale appartiene, ma chi si accontenta potrà comunque passare qualche ora senza annoiarsi.
ALTRE SCREENSHOT a cura del webmaster (08/05/2004)
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