RECENSIONE a cura di Philostratus (28/02/2003)
Questo
insolito sparatutto della EA Games, oltre
ad avvalersi di una trama ben congeniata
e d'autore, presenta alcune caratteristiche,
sia positive che negative che finiscono
col renderlo diverso dai comuni FPS.
Tanto per cominciare, dunque, fin dai
primi minuti di gioco ci troveremo catapultati
in uno scenario alquanto fuori del comune
ed intriso di mistero: vestiremo infatti
i panni di Patrick Galloway, un avventuriero
irlandese dall'aria pensosa e dal volto
tanto incredibilmente quanto involontariamente
(?) somigliante a quello di un Cristo
rinascimentale. Questi, reduce dalla Prima
Guerra mondiale, è stato chiamato
da un suo vecchio amico su una piccola
isola dell'Irlanda al fine di indagare
intorno ad alcune misteriose scomparse
e a presunti fenomeni paranormali probabilmente
legati ad un vicino complesso megalitico
preistorico.
Le indagini tuttavia assumeranno assai
in breve la forma di una ben più
terribile lotta contro demoni e presenze
spiritiche tutt'altro che innocue: branchi
di feroci bestiacce chiamate Howlers,
spiriti di monaci in preda alla follia,
esseri striscianti ed altre mostruosità
saranno pronti a misurarsi con noi e con
il nostro arsenale in una battaglia senza
esclusione di colpi.
Il nostro eroe tuttavia non si farà
trovare impreparato, e anche se all'inizio
dell'avventura non sarà dotato
di altro che di una pietra magica ed di
una vecchia rivoltella a sei colpi, col
procedere degli eventi finirà con
l'impossessarsi di altre armi più o meno realistiche oltre ad imparare parecchi
utili incantesimi.
Diversamente da quanto accade comunemente
infatti, in Clive Barker's Undying combatteremo
a due mani: con la sinistra spareremo
con le armi convenzionali, mentre con
la destra lanceremo i nostri sortilegi.
L'idea in sé è brillante,
anche se non ho mai amato sparare, anche
solo virtualmente, con la sinistra, tuttavia
questo metodo potrebbe non piacere ad
alcuni "puristi" del settore,
i quali del resto potrebbero pure restare
delusi dalla mancanza di reali armi di
distruzione di massa.
Nel nostro titolo mancano difatti razzi,
granate o armi automatiche, mentre domina
il "colpo singolo" e la magia;
tutto il gioco del resto è animato
da una tetra atmosfera di mistero, e a
mio avviso la presenza di armi moderne,
oltre a rappresentare un'imperdonabile
incongruenza cronologica, avrebbe finito
col minare questo atipico clima.
Per il resto il nostro prodotto, oltre
a poter contare su di un buon numero di
capitoli, che lo rendono sufficientemente
longevo, dispone di un supporto sonoro
di primo ordine (indimenticabili i temi
musicali di Bill Brown) e si appoggia
sul collaudato motore grafico di Unreal
Tournament, pregevole punto di forza se
solo i frequentissimi caricamenti alla
lunga non finissero per dare ai nervi.
L'unica vera pecca di Undying forse è
data soltanto dalla mancata localizzazione
in lingua italiana, particolare fastidioso
per un gioco in cui sono presenti molti
indizi scritti (anche se la lettura di
essi non si rivelerà mai di importanza
fondamentale) e dall'assenza di un supporto
per multigiocatore. Complessivamente tuttavia
credo che questo insolito gioco a base
di fantasmi e arcani poteri possa tranquillamente
meritarsi un otto pieno, anche se giocando
alcuni sentiranno di sicuro la mancanza
di un moderno fucile d'assalto.
Le
armi di Clive Barker's Undying.
Tra incantesimi ed altre armi più
o meno convenzionali in questo gioco disporremo
di un potenziale di fuoco decisamente
vasto, anche se non modernissimo: tra
gli incantesimi ricorderemo solo i "Teschi
Urlanti", lo Scudo e l'Ectoplasma;
mentre tra le armi "terrene"
citeremo a titolo d'esempio la rivoltella
a sei colpi, la doppietta, il misterioso
e antico Cannone da Guerra tibetano e
l'arcana pietra di Gel'Ziabar.
a
cura di Philostratus
bosket@libero.it
RECENSIONE DI APPROFONDIMENTO
basata sulla traduzione italiana
a cura del webmaster (02/04/2005)
Non potevamo astenerci dal fare una minirecensione in onore alla traduzione in Italiano di Undying, realizzata da "I Figli di Gaucci productions".
Di per sè Undying è un ottimo fps, forse sottovalutato dalla massa perché non molto conosciuto o forse per non essere il classico sparatutto. Sicuramente ha un'atmosfera che non si dimentica. Graficamente è sufficiente per l'anno in cui uscì, malgrado alcune lacune per qualche texture poco dettagliata o mal posizionata. Ambientazioni e armi sono molto originali: in particolare il cannone tibetano con la testa di drago fumante. Alcune skin dei personaggi lasciano a desiderare, altre sono ammirevoli.
Per non parlare dell'originale connubio armi e magie. Idea molto ben sviluppata grazie alla quantità di magie disponibili e alla facilità con cui è possibile usarle. Sicuramente non piacerà ai puristi degli fps verosimili, ma vista l'ambientazione fantastica, il gameplay è azzeccato.
Si può chiudere l'occhio su certi paradossi, come quello di poter ricaricare un fucile con la sola mano che impugna l'arma stessa, mentre con l'altra mano si sparano sortilegi. Ma forse il bello è proprio questo!
Unico neo del gioco è quello di non aver avuto una traduzione in italiano nella versione originale, forse a causa di una certa fretta nel dover rilasciare il gioco stesso. Tanto vero che la sezione multiplayer non è stata neppur iniziata, un livello è stato tacitamente lasciato a parte e alcune magie per quanto in fase di sviluppo, poi non sono state pubblicate.
Clive Barker's Unying contiene molti tocchi di classe: è pieno zeppo di easter eggs (sorprese accuratamente nascoste dai programmatori).
Inoltre sono da segnalare effetti particolari che innalzano la qualità del gioco: se si cammina sul sangue versato da un nemico, si lasciano delle impronte rosse. Oppure in alcuni livelli capita che camminando verso il vuoto, compaiono dal nulla delle pietre sotto i piedi, le quali creano una strada per raggiungere il prossimo obiettivo.
Fortunatamente un team di intrepidi si sono tirati su le maniche e hanno realizzato una meravigliosa patch che trasforma le scritte dei menù e del diario nella nostra madrelingua. Ma quel che più conta è che mette i sottotitoli ai dialoghi, rendendo comprensibilissima la trama del gioco e quindi innalzando a 100 la giocabilità.
Giocarlo in lingua originale non renderebbe merito al gioco, visto che non ci sono sottotitoli in inglese e le voci tendono ad un inglese stretto, ossia all'irlandese. Scelta stilistica appositamente adottata, ma che rende la comprensione del parlato molto ardua anche agli italiani che hanno una buona conoscenza dell'inglese.
Fortemente consigliato a chi vuole qualcosa di appassionante e chiude un occhio per una grafica non al passo con i tempi. Obbligatorio scaricarsi la traduzione in italiano. |