RECENSIONE a cura di Corradino Cassatt (28/07/2024)
Grazie alla raccolta Halo: The Master Chief Collection, anche noi possessori di PC possiamo giocare a Halo 3: ODST senza essere costretti a usare il joypad.
Quello che nasce come semplice riempitivo tra Halo 3 e Halo Reach diventa un titolo di tutto rispetto che va ben oltre la semplice riproposizione del solito schema.
La novità più rilevante riguarda il fatto che il protagonista non è Master Chief o un altro membro dei soldati geneticamente modificati Spartan, ma un gruppo di comuni militari impegnati in una missione nella città di New Mombasa, occupata dalle truppe Covenant.
Cronologicamente gli eventi si collocano tra quelli mostrati in Halo 2 e Halo 3. Uno di questi soldati, di cui non viene rivelato il nome ma ci si riferisce a lui con il termine recluta, a causa di un incidente durante l’atterraggio in città, tramite pod, perde i sensi e si risveglia diverse ore dopo, in piena notte. Non gli resta altro da fare che tentare di raggiungere i suoi compagni per portare a termine il compito assegnato e abbandonare la zona di guerra.
Come ho scritto poc’anzi i protagonisti sono dei comuni esseri umani, quindi non possono spiccare salti particolarmente alti e non possono impugnare due armi contemporaneamente come fa Master Chief.
Inoltre il loro livello di salute non si ripristina col tempo come accade con la loro barriera energetica; per curarsi devono fare ricorso a dei contenitori distribuiti all’interno delle mappe di gioco. In compenso dispongono di un visore notturno che circonda oggetti e personaggi con una linea di contorno chiara, strumento indispensabile negli ambienti bui. Anche la struttura delle missioni è peculiare. Sulla mappa della recluta, il principale protagonista del gioco, sono indicati i punti dove presumibilmente potrebbero trovarsi i suoi commilitoni, in un’area che comprende un quartiere della città.
Quando arriva in uno di questi luoghi, trova un oggetto, un indizio che indica l’azione compiuta dal suo compagno di squadra. Ciò avvia la seconda parte del livello, ambientata diverse ore prima, nel quale il giocatore impersona proprio quest’ultimo personaggio e attraverso le sue azioni si viene a sapere cosa ne è stato di lui. Si tratta di veri e propri flashback che contribuiscono a ricostruire gli eventi di quella giornata e, dal punto di vista delle meccaniche di gioco, sono strutturati come un tipico livello della serie Halo, cioè dei tragitti più o meno lunghi che il protagonista deve percorrere per passare al livello successivo.
Al contrario, le fasi che vedono la recluta in azione si svolgono in quello che apparentemente sembra un ambiente percorribile in lungo e in largo, anche se delle barriere poste in determinati punti determinano la direzione da seguire. Si tratta di un mondo aperto e persistente dove i nemici sono dislocati in luoghi precisi e sono ignari della presenza del giocatore, che di conseguenza gode nei loro confronti del vantaggio tattico dell’effetto sorpresa.
Ciò fa sì che tali livelli siano più semplici da superare, rendendo Halo 3: ODST un po’ più facile rispetto al capitolo da cui deriva. Tuttavia, se la quantità di nemici rimane pressoché invariata (al netto di rinforzi inviati in determinati frangenti), lo stesso si può dire di armi e munizioni, per le quali non c’è un respawn tra un livello e l’altro.
Ciò comporta che non conviene sprecare proiettili con colpi a vuoto, così come bisognerebbe evitare di impiegare le armi più potenti (solitamente quelle a distanza, come il fucile da cecchino) contro nemici deboli come i grunt.
Io stesso, nell’ultimo di questi livelli ambientati di notte in città, mi sono trovato in seria difficoltà perché avevo consumato quasi tutte le munizioni disseminate per il campo di battaglia. Ho dovuto fare attenzione a raccogliere le armi dei nemici ogni volta che ne eliminavo uno, il tutto evitando di farmi uccidere. Comunque, abilità fisiche del protagonista a parte, sostanzialmente le meccaniche di gioco, gli asset grafici e sonori, le armi e i nemici sono gli stessi di Halo 3. Degna di lode la capacità degli sviluppatori di calare il giocatore in situazioni altamente coinvolgenti e spettacolari, come di consueto per la serie.
La breve durata della campagna a giocatore singolo è comunque compensata dall’esperienza multigiocatore, che qui si arricchisce di una modalità orda, giocabile anche da soli, dove si dovranno respingere ondate sempre più forti di avversari. In definitiva, consiglio Halo 3: ODST a chi ha apprezzato Halo 3 e la serie in generale, in particolare a chi vuole sperimentare delle meccaniche di gioco diverse pur rimanendo nell’ambito di un contesto familiare.
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