RECENSIONE
a cura di
Francesco Mazzetta (10/03/2003)
Nel
forum di discussione, di recente, c'è
stato chi ha chiesto cosa ci si aspetta
dagli FPS che verranno. Nell'esperienza
di chi scrive (che ha iniziato a giocare
con FPS all'epoca di Doom e ancor oggi
lo considera il proprio genere videoludico
preferito) raramente i blockbuster annunciati
sono qualcosa di veramente eccitante.
Magari ben fatti, con un motore fluido
ed una grafica da urlo, ma
scarsamente
emozionanti.
Non è un caso che
il recente Unreal 2 nonostante la grafica
eccezionale (che richiede computer altrettanto
eccezionali) lasci delusi a livello di
gameplay e di trama. In questo senso chi
scrive non attende con particolare impazienza
un venturo Half-Life 2 nonostante abbia
salutato il predecessore come uno degli
FPS più belli in assoluto.
Solitamente
la psicologia di chi produce un videogioco è: se un titolo ha avuto successo
dobbiamo fare altri titoli fotocopia per
raccogliere più frutti possibile
da tale successo. Il problema è
che ogni fotocopia è più
sbiadita dell'originale e l'unico seguito
che sia stato migliore del predecessore è Quake 2: non a caso
si trattava di qualcosa di completamente
diverso. Per questo più che attendermi
cose particolari da un seguito (da cui
al più possiamo mediamente ottenere
conferme) m'incuriosiscono i titoli nuovi
ed inaspettati. È successo con
Half-Life ed è successo con Serious
Sam ed ancora con No One Lives Forever
che titoli di cui nessuno sapeva nulla
siano diventati giochi di riferimento.
Con
IronStorm abbiamo di fronte forse non
un titolo di questo calibro e tuttavia
si tratta di una sorpresa davvero piacevole.
4x Studio (che già aveva sviluppato
la discreta avventura in stile "Myst"
Necronomicon ispirata ai racconti di Lovecraft)
riesce a creare un FPS originale, avvincente
e con una grafica realistica e fluida.
Cosa vogliamo di più?
La
storia ci porta indietro ad un 1964 alternativo
in cui la Prima Guerra Mondiale non è
mai terminata, causa il fallimento della
Rivoluzione russa e l'alleanza del rinnovato
impero russo con quello asburgico. Per
sostenere il peso di 50 anni di guerra
l'economia s'è adattata quotando
in borsa le azioni belliche.
Tutta la
civiltà in questo mezzo secolo
si è evoluta avendo come base le
modalità di guerra dell'epoca,
con enormi mezzi corazzati e trincee che
tagliano in due l'Europa. Il personaggio
che impersoniamo è il veterano
tenente James Anderson, considerato una
leggenda (a 40 anni, dopo 21 a fare il
soldato, è leggendario essere ancora
vivi). Nei suoi panni dobbiamo trovare
il modo di distruggere la fabbrica tedesco/sovietica
che produce una nuova formidabile blindatura
che rende pressoché inattaccabili
bunker e mezzi corazzati.
All'inizio dobbiamo
percorrere chilometri di trincee per infiltrarci
in una città e poi nella fabbrica
nemica. Questa non sarà però
l'ultima nostra tappa: ad ogni obiettivo
raggiunto qualche nuova missione ci si
para di fronte. 4x Studio ha disegnato
questo gioco pensando di aggiungere al
classico sparatutto in prima persona anche
la modalità esplorativa per cui
è possibile utilizzare la terza
persona in cui ci si può spostare
in qualsiasi momento. Ma la cosa più
eccitante è il suo essere basato
in larga parte sull'efficacia dei cecchini.
Fin dall'inizio, uscendo dalla nostra
base ed inoltrandoci nelle trincee, appena
solleviamo il nostro naso al di fuori
di esse, dobbiamo vedercela con cecchini
bene appostati che non vedono l'ora di
piantarci un proiettile in testa. Naturalmente
anche noi avremo sempre a disposizione
il nostro fido sniper rifle con cui eliminare
i cecchini nemici a condizione d'essere
più rapidi di loro.
Davvero emozionante
in particolare il livello ambientato nella
città: ancora meglio e più
realistico di Medal of Honor: Allied Assault!
In questo livello il nostro obiettivo
principale è distruggere un prototipo
di carro armato con la nuova blindatura:
l'unico modo per riuscirci è facendogli
esplodere sotto delle mine. A tale scopo
- oltre a farci strada tra svariate pattuglie
nemiche, alcune pesantemente armate con
la devastante mitragliatrice pesante -
dovremo recuperare le mine e posizionarle
sul percorso del carro armato esplorando
diversi livelli non linearmente collegati
fra di loro, proprio come in una vera
città, controllando contemporaneamente
ogni finestra, ogni abbaino, per eliminare
tutti i cecchini appostati.
Il momento "clou" arriva quando, nella
piazza in cui s'aggira il carro armato
come una bestia in gabbia, dobbiamo, prima
di uscire all'aperto per sistemare le
mine, "ripulire" la piazza stessa
da tutti i cecchini, appostati però
strategicamente per coprire tutto il campo.
Conseguenza di ciò il fatto che
ci troveremo assai spesso a galleggiare
sopra il nostro cadavere. Ma se ciò
altre volte diventa sintomo di frustrante
difficoltà, in IronStorm invece
si fa sfida avvincente, sfida a scovare
il cecchino ed a freddarlo per primi.
Abbiamo detto della
trama e delle ambientazioni convincenti,
abbiamo detto della grafica realistica,
abbiamo detto del gameplay coinvolgente.
Rimane da dire, fattori ultimi ma di certo
non i meno importanti in un FPS, delle
armi e dei nemici. Le armi ovviamente,
vista l'ambientazione di fantasia, sono
immaginarie ma verosimili: rappresentano
in maniera credibile l'evoluzione delle
armi in un mondo che a causa della guerra
non si è potuto sviluppare. In
questo senso le armi sono pesanti, ingombranti:
non possiamo portarne troppe contemporaneamente,
anche se le munizioni possono essere usate
indifferentemente per varie di esse. In
questo senso è necessario fare
scelte oculate per equipaggiarsi con l'arma
che di volta in volta ci può tornare
maggiormente utile tra il fucile d'assalto,
il fucile semiautomatico, la mitragliatrice
pesante, la mitragliatrice leggera, il
lanciagranate ed il lanciamissili.
Tenendo
anche conto che le armi abbandonate sul
terreno possono essere recuperate in seguito
se scopriamo di averne bisogno finché
continuiamo ad aggirarci per i sottolivelli
comunicanti di uno stesso livello, ognuna
delle armi citate è funzionale
ad un determinato ambiente/stile di combattimento:
il fucile d'assalto grazie alla propria
lunga gittata ed alle raffiche devastanti
è utile in trincea ove dobbiamo
spesso coprire un ampio raggio di fuoco,
la mitragliatrice leggera al contrario
è maggiormente utile - anche grazie
al mirino - in situazioni urbane di scontri
a breve o a medio raggio, ecc.
I nemici
che dovremo affrontare, infine, trattandosi
di un FPS che si pone l'obiettivo della
verosimiglianza, non saranno particolarmente
vari: oltre ai già menzionati cecchini,
ci troveremo di fronte la truppa abbastanza
veloce da eliminare e i soldati corazzati,
molto più ostici ma sempre estremamente
vulnerabili ad una bella palla in fronte
con lo sniper. Del resto non sono i singoli
soldati a dover essere appassionanti,
ma le situazioni in cui li affrontiamo.
Diverso il discorso per i mezzi corazzati
che funzionano sostanzialmente da "boss"
e per tutti avremo bisogno di armi specifiche
che comunque ci vengono indicate nel briefing.
Menzione particolare però per i
dobermann allevati dagli asburgico-sovietici
a difesa delle postazioni. Pur non essendo
particolarmente resistenti alle nostre
armi, sono veloci e se ci azzannano siamo
finiti. Come se non bastasse ne esiste
una varietà "imbottita" d'esplosivo a cui non serve neppure azzannarci
ma solo arrivarci abbastanza vicini.
IronStorm
è prodotto da Wanadoo e distribuito
in Italia da C.T.O. in una versione completamente
tradotta in italiano: si tratta di un
altro dettaglio positivo che, insieme
a tutti gli altri citati, ne fa un ottimo
gioco, preferibile ad altri anche maggiormente
blasonati, e da provare assolutamente.
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Francesco Mazzetta
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