RECENSIONE a cura di Corradino Cassatt (08/08/2021)
Si può dire quello che si vuole sui giochi della serie Painkiller, ma non che non abbia uno zoccolo duro di appassionati che la supporta.
Alcuni di loro si sono riuniti in un gruppo denominato Eggtooth e hanno prodotto dei livelli che sono stati pubblicati sotto forma di un nuovo capitolo della serie, che prende il nome di Redemption.
Come è facile intuire, non viene proposta alcuna novità: troverete gli stessi mostri e le stesse armi viste finora, come anche gli stessi elementi scenografici delle ambientazioni.
Nemmeno le meccaniche di gioco hanno subito delle variazioni. I nemici compaiono a ondate da ogni dove; una volta uccisi rilasciano le anime che consentono al giocatore, dopo che ne ha raccolto un certo numero, di attivare la modalità demone, che lo rende invincibile e letale per qualche secondo.
Le ambientazioni sono piuttosto piccole e ciò comporta che l’azione è particolarmente frenetica. Non c’è spazio per nascondersi o per elaborare sofisticate strategie di attacco e difesa: si può solamente correre come dei forsennati voltandosi di tanto in tanto per sparare alla folla inseguitrice oppure premere il pulsante destro o sinistro del mouse (il fuoco primario e secondario dell’arma che si impugna) ogni volta che un nemico si trova incidentalmente al centro del mirino.
Questo costituisce comunque un miglioramento, a mio modo di vedere, rispetto al capitolo precedente, Resurrection, dove i livelli sono così sconfinati che spesso non si capisce dove andare per proseguire nel gioco.
Essendo le mappe piccole, la quantità di munizioni in esse presenti è conseguentemente scarsa, perciò queste andranno accuratamente centellinate e scaricate addosso solamente ai demoni più forti. Per tutti gli altri andrà più che bene l’arma di base, la Painkiller: una sfera munita di lame che può causare danno sia scagliandola contro il bersaglio che, se conficcata in una parete, con un raggio luminoso teso tra questa e il giocatore, che danneggia chi vi passa attraverso.
Forse consapevoli del fatto che una trama per questo tipo di prodotto è pressoché inutile, gli sviluppatori si sono limitati a presentare delle scritte all’inizio e alla fine del gioco che raccontano le ragioni che portano i protagonisti dei capitoli precedenti a combattere ancora e l’epilogo di questo scontro.
Il finale, non si capisce perché, compare alla fine del quinto livello dei sette disponibili, e non si impiegherà molto tempo per vederlo, anche se il numero di nemici da uccidere per ogni mappa ammonta a diverse centinaia.
Chi ha apprezzato i precedenti capitoli di Painkiller si faccia pure un giro su Redemption, non troverà né più né meno rispetto a quello che ha visto finora. Chi cerca qualcosa di nuovo si rivolga altrove.
SCREENSHOT
a cura di BrokenArrow (08-03-2011)
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