RECENSIONE
a cura del webmaster (08/10/2005)
Painkiller: Battle out of Hell è un'espansione non autonoma di Painkiller ed è formata da dieci nuovi livelli, dove l'horror e l'ironia si mescolano in un perfetto mix.
Grazie a due nuovi CD, la battaglia si trasferisce fuori dall'Inferno, in una specie di limbo, dove il nostro eroe Daniel Garner deve combattere contro Alastor e i suoi demoni. Una dura battaglia, più dura di quella contro Lucifero.
La difficoltà è più elevata che in Painkiller, anche se la metodica di gioco rimane sempre la stessa, ossia spara, uccidi, raccogli l'anima, spara, uccidi, raccogli l'anima, cerca munizioni e prosegui fino alla fiamma rossa per passare alla sezione successiva. In pratica uno sparatutto nel verso senso della parola. L'interattività con l'ambiente e la possibilità di deviare il percorso è nulla, ma in fondo ci si diverte benissimo così.
Il reparto grafico sembra migliorato: utilizza lo stesso motore grafico migliorato in alcune parti e usa delle ottime texture originali.
Come arsenale abbiamo le medesime armi del primo Painkiller e due new entry. Un lanciafiamme che mostra il nuovo effetto di distorsione delle fiamme e un fucile da cecchino che in alternativa può essere usato come sparapaletti a raffica o come lancia granate pirotecniche. Queste armi saranno buone contro le orde di nemici, ma contro i boss di fine livello dovremo usare una terza arma non inserita nel gioco: l'astuzia. Usare lo sparapaletti contro il boss finale non è il massimo.
Le mappe che attraverseremo sono un lugubre orfanotrofio pieno di bambini zombie e fantasmi (uno dei migliori livelli giocati ultimamente), poi si passa a un luna park con tanto di montagne russe da percorrere a folle velocità sparando a tutti i nemici che si incontrano.
Di seguito ci sono un laboratorio con strani soldati e delle avvenenti infermieri pronte a farvi qualche puntura con la loro siringa. Più avanti c'è una decadente, ma alquanto splendida città in rovina, con tanto di auto che esplodono e zombie che vi seguono.
Troviamo anche una Stalingrado assalita dalle truppe tedesche prese direttamente dall'Armata delle tenebre. State attenti ai carri armati. Non siamo in Call of Duty, ma la musica di sottofondo (l'inno russo) potrebbe travi in inganno.
Passabile il livello Colosseum, all'interno delle sotterranee, ricorda abbastanza Will Rock, ma senza l'originalità di quest'ultimo. Qui ci sono alcuni trabocchetti e salti alla Mario Bros da fare con precisione millimetrica che rovinano la frenesia del gioco: in particolare il terzo salto dove bisogna addirittura ridurre al minimo la configurazione video senno diventa assurdamente irritante giocarci.
Peggio sono i due livelli seguenti ambientati nelle sotterranee: abbastanza noiosi. Buona parentesi di chiusura è Shadowland, ossia la città finale.
Il multiplayer è un'altra parte interessante sia di Pk che del suo add-on: sottovalutato dalla massa, è molto divertente nella sua semplicità. Le modalità di gioco sono: Death Match, Team Deathmatch, People Can Fly, The Light Bearer, Voosh più Cattura la bandiera e Last Man Standing.
Dopo aver attraversato l'inferno in painkiller e aver visitato il Purgatorio in quest'espansione, ci manca solo un Painkiller 2 che ci mostri il Paradiso o meglio che ci crei una copia virtuale dell'inferno dantesco. Ma qesta è un'altra storia, ora proseguiamo nella chiusura della recensione...
Per quanto riguarda il giudizio finale: questa espansione fa il suo dovere. Ovviamente, sempre se vi è piaciuto il Painkiller originale. Se non è così, se le carneficine alla Doom (o alla serious sam) non fanno per voi, allora è meglio che evitate questa espansione come avete evitato il titolo originale.
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