RECENSIONE a cura di Philostratus (07/04/2003)
Quando ho deciso che avrei scritto una
recensione di Thief Gold, in italiano
più noto come "Dark Project.
L'Ombra del Ladro ", devo dire che
mi sono sentito quasi a disagio per via
delle difficoltà che senza dubbio
avrei incontrato nello scrivere di un
gioco poliedrico e, sotto moltissimi punti
di vista, sorprendente. Avrei inoltre
commentato un titolo al quale sono molto
affezionato e che ho sempre considerato
tra i miei favoriti, rischiando così di lasciarmi troppo condizionare dalle
impressioni che esso ha su di me esercitato.
Un compito arduo dunque, e che tuttavia
spero di portare a termine con successo.
Parlare di Thief significa parlare di
uno straordinario prodotto che pur essendo
stato spesso etichettato come sparatutto
in soggettiva supera in realtà
gli schemi tipici di questo genere e ne
crea uno nuovo, a sé stante, una
nuova concezione di gioco nella quale
armoniosamente convivono caratteristiche
salienti del gioco di ruolo, del Fantastico
e dello Sparatutto tattico.
Nei panni di Garret, un astuto ed inusuale
ladro, invisibile cittadino di un' altrettanto
inusuale e misteriosa città, dovremo
infatti muoverci silenziosamente tra le
ombre della notte, sotto una notturna
volta celeste che, illuminata da una pallida
e argentea Luna, a spicchi farà capolino tra le scure ed imponenti sagome
delle case e dei palazzi immersi nel sonno.
Abitatori del buio ed amici del silenzio,
evitando sguardi indiscreti ci insinueremo
nelle dimore più ricche e le spoglieremo
dei loro beni più preziosi facendo
il minimo rumore possibile.
E infatti saranno proprio il trambusto
e la luce abbacinante dei lampioni e delle
torce i nostri principali nemici, nemici
dai quali del resto potremo guardarci
ma non sempre sconfiggere.
Thief non è un gioco basato su
tanto inutili quanto gratuiti spargimenti
di sangue, né sull'uso indiscriminato
delle armi, tant'è vero che giocando
al livello di difficoltà massimo
(quello che poi consiglio a tutti ) ci
sarà addirittura tassativamente
vietato uccidere esseri umani.
Non dovere uccidere naturalmente non significa
non poter derubare e stendere un avversario
colpendolo con un manganello sulla testa,
né significa che non potremo sguainare
la nostra spada di fronte a esseri che
di umano hanno ben poco, come i burrik
che abitano le profondità della
terra o i morti viventi che popolano cimiteri,
ossari e antiche rovine.
Il comportamento più saggio tuttavia
da tenere sarà sempre quello di
restare fermi e al riparo negli anfratti
più bui, in modo da non essere
né visti né sentiti, e di
muoversi in generale con molta circospezione,
senza tentare inutili e spesso fatali
assalti contro forze nemiche solitamente
più forti e resistenti di noi.
Per poter seguire al meglio questa linea
di gioco all'inizio di ogni missione ci
saranno forniti strumenti appositi, il
cui numero potremo anche incrementare
comperandone altri con il denaro accumulato
nel corso della precedente missione, o
talvolta curiosando qui e là nel
corso del gioco. Questa attrezzatura è
del resto assai vasta, e va dai grimaldelli,
utili per forzare le serrature di porte
e forzieri, alle frecce d'acqua, in grado
di spegnere le torce, e a quelle di muschio,
che ricoprono le superfici più rumorose di uno strato di licheni assolutamente
silenzioso; per non parlare di altri oggetti
quali pozioni magiche, mine o granate
stordenti.
Il nostro titolo è comunque strutturato
su più di una dozzina di missioni,
tutte caratterizzate da mappe molto grandi
e ben dettagliate, e su di una trama affascinante
e ben congeniata. La città dove
vive il nostro ladro galantuomo, con i
suoi vicoli, i suoi palazzi e le sue imponenti
cattedrali, risulta, dopo tutto, molto
credibile e reale, anche se di pura fantasia.
Graficamente Thief, che è stato
progettato e sviluppato dai Looking Glass,
sfrutta lo stesso motore di System Shock
2 e ne riprende in parte anche l'impostazione,
cosa che lo rende forse un po' obsoleto,
ma anche in grado di girare su sistemi
poco potenti.
Sotto il profilo del sonoro invece non
c'è niente da dire in quanto risulta
ancora oggi ben fatto.
Le uniche grosse pecche di questo titolo
sono costituite a mio avviso unicamente
dalla mancanza di una funzione multigiocatore
e dal fatto che è reperibile solo
in lingua inglese, grave pecca, quest'ultima,
per un gioco nel quale la ricerca e la
lettura di indizi scritti è di
primaria importanza.
Detto questo penso che Thief, soprattutto
nella sua versione Gold, rimanga un vero
capolavoro della produzione videoludica
della fine degli anni Novanta, e soprattutto
un gioco innovativo e originale in grado
di regalare ore ed ore di divertimento
anche a chi preferisce i titoli più recenti. Da uno a dieci almeno otto.
LE
ARMI
L'arsenale di Garret è decisamente
insolito e non a tutti potrebbe piacere.
Sostanzialmente le uniche armi di disporremo
saranno una spada, un manganello ed un
arco, più qualche mina ( nel gioco
ce ne sono di due tipi: soporifera ed
esplosiva ) ed alcune granate stordenti.
La novità sta nel fatto che per
l'arco ci sono vari tipi di freccia: quella
convenzionale, utile per bersagliare i
nemici non umani, quella d'acqua, per
spegnere le torce, quella esplosiva di
fuoco, utilissima contro i non morti,
quella di muschio, per le superfici rumorose,
quella di corda, per arrampicarsi, e quella
rumorosa per distrarre i nemici. Vale
forse la pena di ricordare anche le fiaschette
di acqua santa che rendono le frecce d'acqua
letali per le creature non morte.
a
cura di Philostratus bosket@libero.it
|