RECENSIONE a cura di Francesco Mazzetta
(26/03/2002)
Può
qualcosa essere contemporaneamente esaltante
ed irritante? Dipende! Se parliamo di
un programma tv in cui viene presentata
una top model seminuda, il sottoscritto
lo troverà esaltante mentre per
la moglie sarà decisamente irritante.
Ma se parliamo di un videogioco? Allora
l'esempio perfetto è sicuramente
Medal of Honor: Allied Assault (d'ora
in poi MoH:AA). MoH:AA vuole essere, specie
in riferimento al contemporaneo concorrente
Return to Castle Wolfenstein (RTCW) il
campione del realismo nel mettere il giocatore
nei panni di un soldato immerso nello
scenario della Seconda guerra mondiale.
Dove RTCW opta per una soluzione alla
Indiana Jones, mostrando biechi nazisti
intenti alla ricerca del super soldato
e alla resurrezione di un mitico cattivissimo
imperatore medievale, MoH:AA abbandona
programmaticamente qualsiasi elemento
mitico per dare in pasto al giocatore
quello che spaccia per pura realtà.
E passino i medikit, passino le munizioni
disseminate qui e là, senza di
essi che FPS sarebbe? Ma i problemi sono
ben altri: precisamente le sezioni puramente
arcade del gioco che rovinano qualsiasi
sensazione di realisticità. Sto
parlando delle corse in jeep - dove dobbiamo
uccidere tutti i tedeschi che ci si presentano
davanti dalla mitragliatrice fissata sul
retro di un veicolo guidato da un commilitone
- o, peggio ancora, del livello in cui
dobbiamo guidare il micidiale nuovo prototipo
di panzer tedesco e contemporaneamente
sparare a fanti e mezzi corazzati nemici.
In quest'ultimo caso la visuale è
da sopra il mezzo e ciò che possiamo
vedere oltre alla campagna e agli edifici
circostanti è il cannone del nostro
carro armato che troneggia lungo ed eretto
sotto di noi quasi fosse un enorme pene
in erezione alla vista di edifici diroccati
e distrutti.
In più l'improvvisa
apparizione dal nulla di soldati nemici
in stanze ed altri ambienti chiusi anche
dopo che sono stati minuziosamente perlustrati
(armadi compresi) infonde al giocatore
un profondo senso d'irritazione. Oddio:
se il "respawn" dei mostri dopo
un evento chiave (ad esempio la raccolta
di un determinato potenziamento) è
accettabile e perfino gradito in titoli
volutamente "arcade" come ad
esempio Serious Sam, in MoH:AA sono del
tutto fuori luogo e non fanno che distogliere
dai pregi del gioco. Che non sono pochi.
Infatti, se escludiamo i livelli a bordo
dei veicoli sopra citati, MoH:AA è
uno sparatutto di un realismo che in alcuni
punti diventa veramente esaltante. Uno
di questi punti è il livello di
Omaha Beach dove siamo catapultati nientemeno
che nel mezzo dello sbarco delle truppe
alleate in Europa. E il livello arriva
ad un pathos tale che è possibile
paragonare solo all'analogo cinematografico
dello spielberghiano Salvate il soldato
Ryan.
Esaltante da un lato e irritante dall'altro
fanno media? Siamo, come matematica vorrebbe,
di fronte ad un gioco meramente "sufficiente"?
No. Perché in un caso come questo
non è possibile fare la media:
i momenti stupidi si scrollano via il
più velocemente possibile per potersi
godere appieno quelli realizzati bene,
ed allora il giudizio finale non può
che essere ottimo e se non parliamo di
capolavoro è solamente per quei
difetti evidenziati sopra.
La grafica è molto buona ma non
particolarmente varia ed occorre osservare
che il gioco è abbastanza pesante
e ha richieste di sistema non indifferenti.
I nemici sono realisticamente abbastanza
simili e le armi sono poche ma tutte con
proprie caratteristiche e con un tempo
di ricarica molto lento che dovrà
far ben misurare le munizioni al giocatore.
A volte combatteremo in gruppo con altri
soldati e se la cosa è gradevole
quando ci fanno da copertura, è estremamente frustrante quando si gettano
a corpo morto nell'azione e ci costringono
ad avanzare nel bel mezzo del fuoco nemico
avendo noi il compito di portarli sani
e salvi alla fine del livello per passare
al livello successivo.
Per tornare al confronto con RTCW, il
risultato, a parere del sottoscritto, è a favore di quest'ultimo. Più
fluido, più divertente, graficamente
migliore, con armi e nemici più
spettacolari, RTCW è sicuramente
un'esperienza più gratificante.
Ciò però non toglie che
l'intensità di alcuni momenti di
MoH:AA sia inarrivabile.
Meglio avrebbero
fatto i programmatori, invece di tentare
di introdurre elementi alternativi di
gioco di cui nessuno sentiva il bisogno,
a mantenere più coerentemente il
fulcro dell'azione sul combattimento classico
da sparatutto in prima persona: in alcuni
punti forse si sarebbe parlato di mancanza
d'originalità e di livelli inseriti
per "allungare il brodo", ma
anche questi sarebbero stati i benvenuti
di fronte all'assurdità della guida
del carro armato.
Francesco
Mazzetta.
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